Visitare Barumini e il suo territorio significa andare alla scoperta di un mondo ricco di storia e tradizione” e credeteci, è proprio vero!
Oggi eravamo vicini al complesso de Su Nuraxi e ci siamo detti: siamo troppo vicini per non andare alla scoperta del nostro patrimonio!
Su Nuraxi è stato scoperto e portato alla luce nel corso degli anni ‘50, durante gli scavi condotti dal grande archeologo Giovanni Lilliu e ormai dal 1997, riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
La guida, a cui facciamo i nostri complimenti per la gentilezza e la professionalità ha spiegato che il complesso è stato costruito in diverse epoche.
Nell’età Bronzo Medio 1500-1300 a.C. venne costruita la torre maggiore (il mastio), ossia il nuraghe semplice a tholos e successivamente nel Bronzo Recente 1300-1100 a.C. al mastio fu addossato un quadrilobo, un robusto corpo murario a schema di quattro torri minori unite mediante delle cortine rettilinee, orientate secondo i quattro punti cardinali, che dovevano raggiungere i 14 metri d’altezza.
Quando si entra nella torre maggiore si rimane stupefatti dalla grandezza della torre e dalla sua immensità.
L’ingresso al bastione quadrilobato, situato nella cortina sud-orientale, dava accesso ad un cortile, a forma semilunata e provvisto di pozzo, che serviva per raccordare i vani delle varie torri. Il pozzo si pensa sia di almeno 8 metri ma nessuno è mai sceso e purtroppo non si hanno ancora dei dati certi sulla sua realizzazione.
Tutte e quattro le torri presenti vicino al pozzo
una capanna de Su Nuraxi
erano composte da due camere sovrapposte, anch’esse di pianta circolare e voltate a tholos, non comunicanti fra loro.
Le camere a terra presentano delle feritoie, disposte su due ordini, in origine separate a mezza altezza da un ballatoio ligneo.
Sempre nel Bronzo Recente sorse il più antico agglomerato del villaggio (del quale restano poche tracce) e furono costruite 3 torri dell’antemurale, ossia una cintura muraria approntata per la difesa esterna del quadrilobo.
Questo complesso ci ha lasciati davvero senza parole, spesso non solo non valorizziamo i nostri beni culturali ma andiamo a promuovere la destinazione Sardegna senza conoscere realmente il nostro territorio. Nel nostro piccolo abbiamo capito che è necessario conoscere per riuscire a valorizzare al meglio il nostro patrimonio!
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