L’ultima volta che siamo stati a Nuoro è stato per la manifestazione “Mastros ” in Barbagia. Dopo aver visitato le tante corti, camminando, abbiamo guardato verso il Monte e abbiamo detto:
Perché non andare a vedere il Redentore?
Era da tempo che non salivamo e non ci ricordavamo di tutti i particolari bellissimi che si possono trovare non solo in cima ma anche durante il tragitto. Il monte è stato da sempre amato dai Nuoresi e dagli abitanti dei paesi limitrofi, tanto da decidere di percorrere ore e ore di tragitto a per arrivare in cima al monte in devozione al Santo. Anche la grande scrittrice premio Nobel definiva il monte così:
“È il nostro cuore, è l’anima nostra, il nostro carattere, tutto ciò che vi è di grande e di piccolo, di dolce e duro e aspro e doloroso in noi”.
Grazia Deledda
Siete pronti a percorrere la strada del Monte Ortobene fino ad arrivare in cima?
Il nostro percorso è iniziato dalla Chiesa della Solitudine, dove all’interno si trova un piccolo sarcofago contenente le spoglie della scrittrice che ha tanto amato questo paesaggio e questa chiesa che è stata più volte menzionata nel suoi romanzi. Per arrivare alla chiesa vi è una graziosissima gradinata, questa conduce al parchetto adiacente alla chiesa e proprio lì vi è il primo sentiero che si può percorrere a piedi per arrivare al Monte. Anche salendo in macchina si può apprezzare la bellezza del paesaggio che ha tanto da regalare.
La Casa nella Roccia.
Lungo la strada si possono trovare tantissimi paesaggi degni di nota: molte fontane e molti sentieri pronti per essere scoperti dagli amanti della natura, ma non c’è solo quello..nella strada, andando verso il monte, si può trovare una casa davvero singolare che è stata chiamata la “Casa nella Roccia”. Una casettina incastonata all’interno di un enorme roccia, singolare e maestosa, è impossibile non fermarsi a guardarla.

Il Monte Corrasi.
Il monte Corrasi è stata una sorpresa anche per noi, vi consigliamo di ammirarlo dopo esser saliti, lungo la strada della discesa sarà più semplice fermarsi ad ammirarlo. Il monte Corrasi è la cima più alta del Supramonte, è una meta ambita per esperti e appassionati di trekking, che arrivano a Oliena per scalarlo.

I percorsi.
Come vi abbiamo già accennato prima, ci sono tanti sentieri che portano alla statua del Redentore, uno di questi è il sentiero 101 che parte proprio dalla chiesa della Solitudine. Esso consente di raggiungere, passando per la foresta, il Redentore. Si possono ancora trovare le croci di ferro infisse sulla roccia , che ricordano l’itinerario seguito dai pellegrini che nel 1901( 117 anni fa) accompagnarono in processione la statua del Redentore sino all’attuale posizione.

Prima del Monte
Prima di arrivare al Monte si può trovare l’ormai inutilizzato Albergo ESIT, Ente Sardo Industrie Turistiche. Uno dei primi alberghi costruiti negli anni cinquanta per poi diventare una scuola alberghiera.
Il Monte
Ebbene si, ogni volta che ci capita di passare a Nuoro, qualsiasi sia il motivo del viaggio, andare al Monte è d’obbligo. Nulla di meglio della pace, della meraviglia del panorama e della maestosità del Redentore per rasserenare l’animo e riconciliarsi con la natura, con una bella passeggiata nei boschi, respirando un’aria impareggiabile. Ci sono tante attrazioni: un parco attrezzato con giochi per bambini, resti archeologici, panorami delle valli circostanti, sentieri nei boschi, la chiesetta e non di meno la statua del Cristo Redentore. Un monte veramente unico, “dolce e duro e aspro e doloroso” come afferma il Premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda. Se Londra ha Hyde Park e New York ha Central Park, Nuoro ha il Monte Ortobene.
La Storia del Redentore
In pochi sanno che alla fine del 19° secolo, in occasione del giubileo sacerdotale di Papa Leone XIII°, egli stesso espresse il desiderio di innalzare, sulle cime di diciannove Regioni d’Italia altrettanti monumenti a Cristo Redentore, uno per ciascun secolo di cristianità e il ventesimo proprio in onore di Leone XIII. La scelta in Sardegna ricadde su Nuoro e l’organizzazione generale si occupò di definire le caratteristiche dell’opera e di reperire i fondi necessari, alla fine si riuscì a raccogliere la somma di L. 13.825.55. La statua venne fusa a Napoli, fu divisa in tre parti e trasferita a Cagliari a bordo del piroscafo “Tirso”. Da lì venne condotta a Nuoro con il treno della Compagnia ferroviaria reale dove giunse il 19 agosto 1901. Il Redentore era maestoso, un peso di 18 quintali e altezza di 7 metri.
Come è stato possibile trasportarlo?
Questo fu possibile solo grazie a robusti carri a buoi messi a disposizione dai contadini nuoresi. I lavori si conclusero la mattina del 29 agosto quando già una folla di 8.000 fedeli risaliva il Monte per la cerimonia inaugurale. Dal giorno nacque la festa del Redentore, destinata negli anni a diventare una delle più importanti manifestazioni religiose ed insieme turistiche della Sardegna.
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-SosBattorMoros-