Le maschere esistono da un tempo immemorabile.
Il rito delle maschere ha subito nel tempo diverse stratificazioni da riferire a diversi periodi storici.
La maschera come comunicazione con la divinità, come rituale di propiziazione per la caccia, come rito dionisiaco, come relazione di morte e rinascita, come indice della lotta tra contadini e pastori.
Mascherarsi per un Mamoiadino é un destino.
Il Mamuthone di Mamoiada non è individuo,non appartiene al camuffamento carnevalesco né alla commedia dell’arte.
La maschera non nasconde la fisionomia o il carattere della persona.
La maschera porta alla perdita totale dell’identità, si vive l’esperienza di una metamorfosi. La maschera é familiare ed al tempo stesso estranea.
É un taglio tra il visibile e l’invisibile. La vestizione é un momento sacro, é l’esperienza di una mutazione radicale perché esprime il mistero di una metamorfosi.
I Mamuthone indossano pelli di pecora nera sopra gli abiti tradizionali di velluto, si stringono le cinghie, i campanacci sul dorso, si indossa la giacca al rovescio.
Sa Visera, scende sul viso, si copre la testa con il berretto maschile e con il fazzoletto femminile.
L’uomo diventa Mamuthone, un’alienazione totale dell’individuo.
Il rito non ha parola, né canto, né musica.
Processione e danza, il gruppo formato cammina per le vie del paese.
Un ritmo cadenzato, salto a sinistra e torsione del busto a destra.
Intorno saltano gli Issohatores, con la collana di cuoio dirigono la sfilata mentre i lanciatori di lacci prendono amici e passanti.
Ecco chi sono i Mamuthones
Se ti è piaciuto l’ articolo condividilo nei social Facebook e Twitter e facci sapere se ti è piaciuto.
-SosBattorMoros-