Nel profondo della notte,
quando tutta la città dorme,
mani frenetiche, alla tenue luce
d’un complice lampione,
si ritagliano spazi sui grigi muri di cemento
per appendervi la propria anima.Sono spruzzi di fantasia,
colori vivi rubati ai propri sogni,
figure contorte, tormentate,
geometrie d’inquietante mistero,
sfoghi di esseri liberi che lasciano
messaggi ad un’umanità distratta.Sarà una gara, forse una protesta
o il bisogno di esprimere un talento,
di colorare il mondo e rabbonirlo;
di certo questi anonimi pittori
esprimono un disagio e con quel mezzo
aiuto ed attenzione van chiedendo.
Poesia di Ignazio Amico : https://www.poesieracconti.it/poesie/opera-12469
La settimana scorsa abbiamo partecipato a Gustos e Nuscos a Orgosolo, ci siamo fermati ad ammirare i Murales e abbiamo pensato:
“Ma come sono nati i Murales?”

I Murales
Si può dire che i Murales erano la televisione di oggi.

La popolazione poteva esprimersi, dire la sua, lasciare un segno anche perché i Murales sono nati come forma artistica di protesta e di libera espressione creativa contro il potere. In questi piccoli paesi dove l’ analfabetismo e isolamento era di casa, le pareti di Orgosolo erano dei veri e propri mezzi attraverso cui la popolazione poteva conoscere quello che stava succedendo. Nel 1994 ricomparvero nel paese altri murales come strumento di denuncia per parlare della distruzione di Sarajevo.

Questi paesi a distanza di anni sono diventati dei veri e propri Musei a cielo aperto.
I Murales li puoi ammirare in bianco e nero, colorati, stilizzati, realistici e caricaturali.. ce ne sono per tutti i gusti e tutti hanno una storia ben precisa dietro.
Ad Orgosolo puoi ammirare i Murales degli anni 70 vicini a quelli più recenti, con storie apparentemente diverse ma con un unico obiettivo: farsi sentire!

Ma torniamo a noi, nel titolo abbiamo parlato di Francesco del Casino.
Secondo voi perché?
Chi è Francesco del Casino?
Francesco ha dipinto quasi il 90% dei Murales di Orgosolo.
Lui era un maestro di arte, che nel 1964 ha ottenuto una cattedra a Orgosolo dove inizia l’attività di insegnante di educazione artistica nella scuola media inferiore e dopo pochi anni ha intrapreso la via dei Murales, perché come dichiara lui:
“Ho cercato di rompere il muro tra scuola e società”.
Nel 1975 ricorrevano i trent’anni della Liberazione italiana e Francesco ha voluto celebrare questa data affrescando gli edifici di Orgosolo con i suoi alunni.
Nel 2015, il “padre” dei Murales è tornato a Orgosolo, armato di tinta e pennello per omaggiare Pinuccio Sciola e per cercare di restaurare le opere più danneggiate, perché i primi Murales sono stati prodotti con delle pitture molto deteriorabili. L’omaggio a Pinuccio Sciola, suo grande amico, è diverso da tutti i suoi Murales, ha evitato di raffigurarne il volto come generalmente fa nei murales dedicati a fatti o personaggi storici.
Infatti per la prima volta Del Casino ha aggiunto elementi tridimensionali al dipinto, incollando sul muro tre piccole sculture in ceramica.
Quanti e dove trovarli
Orgosolo conta più di 150 murales, San Sperate con quasi 300 opere, ma ci sono altri paesi che stanno conoscendo questa nuova forma di turismo, Villamar, Serramanna, Tinnura, Suni, Palau e Montresta, Fonni, San Gavino, Sarule, Fonni, Oliena, Mamoiada, Serrenti…
Quando si inizia a parlare di Murales
Questa forma d’ arte è iniziata tra gli anni 60 – 70, ad Orgosolo il primo Murales è firmato da Dioniso esattamente nel 1969. Dioniso è un nome collettivo di un gruppo di anarchici, a cui poi se ne sono aggiunti altri per onorare la Resistenza e la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Solo dopo si inizierà a parlare di Francesco del Casino.
Le figure che venivano dipinte ad Orgosolo erano molto forti, rimandano alla vita dei pastori, alla miseria, alle lotte per la terra, alle lotte dei pastori francesi e spaziano anche per le guerre di Sarajevo.

I murales di San Sperate invece si devono alla lungimiranza artistica dello scultore Pinuccio Sciola che è stato tra i più accesi promotori di questa forma d’ arte già a partire dal lontano 1969.
Il fascino di questi Murales sta diventando virale, molte persone vogliono ammirarli e decidono di conoscere questi paesi, noi siamo rimasti molto sorpresi, è vero siamo una generazione social, facciamo tantissime foto, ma abbiamo visto un sacco di ragazzi fermarsi a leggere il testo del Murales e solo dopo decidere di fare un selfie con questo.
La storia sarda intrecciata con queste pareti è da preservare e da far conoscere perché le nuove generazioni conosceranno le vecchie storie attraverso questi Murales.
Ci è sembrato giusto parlare oltre che dei Murales delle persone che li hanno dipinti, abbiamo parlato di Francesco del Casino e di Pinuccio Sciola, delle grandi menti che sono riuscite a farsi sentire ma sopratutto a farsi ricordare.
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-SosBattorMoros-