L’ Alcatraz Sarda o molto di più?
È stato un viaggio inaspettato quello che ci ha portato alla scoperta dell’ Asinara.
Tutti la conosciamo come un’ isola con un passato di carcere di massima sicurezza, per l’ evasione di Boe e per i suoi asinelli, ma pochi ne hanno vissuto appieno il suo fascino.
Il nostro tentativo è stato quello di conoscerla in tutti i suoi aspetti, di amarla e rispettarla come isola a sé.
I nostri tre giorni all’Asinara sono stati pieni di entusiasmo e tanta voglia di camminare.
La nostra avventura alla scoperta di quest’ Isola è iniziata arrivando a Stintino, dove ci hanno aspettato con un piccolo gommone che ci ha portato a Fornelli.
Appena arrivi ti senti catapultato in una realtà diversa, completamente fuori dal tempo e dalla realtà che ti circonda e non vedi l’ ora di scoprire quello che ha da offrire.
Ci ha stupiti il fatto che non pensavamo che quest’ isola potesse offrirci tutte le esperienze che abbiamo fatto, non pensavamo di avere l’ opportunità di poterla vivere in questo modo!
Accompagnati dall’ autista, abbiamo iniziato il nostro viaggio per arrivare a Cala Reale, dall’ altra parte dell’ Isola,per partecipare a un Meeting a noi molto caro organizzato dall’università di Sassari e dall’ Ente Parco.
Durante il viaggio ci siamo stupiti per il paesaggio, completamente diverso dalla realtà Sarda, la presenza di pochissimi alberi ti portano ad ampliare il tuo orizzonte scoprendo dei paesaggi incontaminati che solo un parco protetto ti può offrire.
Sono loro che guardano te, non tu che guardi loro.
Pensando al nostro piccolo viaggio per arrivare a Cala Reale, non possiamo che ricordare questa frase che è stata riportata durante un intervento nell’ Aula di Economia e Ecologia. Nella strada infatti ci siamo imbattuti davanti agli asinelli dell’Asinara,che, con i loro occhioni blu hanno bloccato il nostro cammino curiosi della nostra presenza. Proprio in quel momento abbiamo capito che sono loro che ti guardano non tu che guardi loro, un’ esperienza difficile da dimenticare.

L’ arrivo a Cala della Reale.
La prima cosa che abbiamo pensato appena arrivati è stata
“ Questo nome ha di sicuro una storia”,
subito dopo una guida del posto ci ha spiegato che Cala della Reale, meglio nota come Cala Reale deriva dalla residenza dei reali di Savoia, che talvolta visitavano il lazzaretto accanto alla baia.
In questa parte, precisamente a Campu Perdu abbiamo visto le stalle dove lavoravano i detenuti nel XX secolo e accanto a queste abbiamo ammirato un ossario, realizzato nel 1938 su richiesta del governo austriaco.
Qui ci si può arrivare da una stupenda pedana che collega questa parte dell’ isola. Ci è stato raccontato che all’interno sono raccolte le ossa di settemila militari austroungarici deportati.

La maestosità degli edifici
Gli edifici sono una delle cose che ci hanno incuriosito di più durante la permanenza nell’ isola. Infatti non eravamo a conoscenza che all’interno dell’Asinara ci fossero tante strutture penitenziarie edificate dopo quella di Fornelli, alcune di queste erano addirittura adibite a colonie penali agricole dove i carcerati potevano coltivare la terra, imparare i mestieri come calzolaio o pastore cosicchè dopo aver scontato la loro pena potevano essere riammessi all’interno della società senza essere esclusi per il semplice fatto che non conoscevano un mestiere, una cosa che ci ha fatto molto riflettere, anche per il fatto che si era già compresa l’ importanza del carcere come centro di Rieducazione e non solo come un posto dove scontare una pena.
Prima del carcere
Si è certi della presenza dell’ uomo in quest’ isola già dal 4 millennio, in quanto è sato trovato un bronzetto raffigurante un bovino tuttora esposto nell’Anriquarium Turritano a Porto Torres e durante la nostra camminata alla scoperta del mare abbiamo potuto vedere tante anfore dell’ epoca romana che si possono trovare ancora se si ha la possibilità di esplorare il mare, ma di questo ne parleremo nella sezione Snorkeling ..
L’Asinara era da sempre un importante punto strategico conteso tra Genova e Pisa, fin quando un’importante famiglia ligure, i signori della Lunigiana, fecero costruire un castello su un massiccio granitico di Fornelli.
Molto simpatica la leggenda che la fa diventare la dimora del corsaro Barbarossa, da cui il nome dell’omonima cala nelle vicinanze del castello,che durante il secondo giorno abbiamo potuto vedere!
Nell’ isola convivevano non solo Pastori ma anche pescatori liguri,per lo più di Camogli ma vi erano anche Ponzesi,che si erano trasferiti attratti dalle maggiori possibilità economiche e dalla presenza della Tonnara delle Saline, curioso il fatto che per riconoscere la loro casa dal mare dipingevano ciascuna di queste di un colore diverso, purtroppo questo non è possibile vederlo in quanto le case sono state tutte ridipinte.

Nel 1885 il Governo Depretis VII istituì una colonia agricola ed un lazzareto, per questo motivo gli abitanti dell’isola furono allontanati anche tramite navi da guerra, interessante sapere che a Stintino si può trovare la piazza dei 45 in onore di quelle famiglie che si vennero mandate via dall’Asinara.
Le carceri
Durante la nostra pemanenza nell’ isola siamo venuti a conoscenza che la colonia penale agricola dell’ Asinara aveva tanti distaccamenti su tutta l’isola, ognuno dei quali era retto da un capo diramazione, che, a sua volta, doveva rispondere al maresciallo capo, di stanza a Cala D’Oliva.
La guida ci ha spiegato che le diramazioni erano: quella di Fornelli, la più conosciuta in quanto dopo il 1975 con la costruzione del supercarcere omonimo, vennero detenuti, proprio qui, diversi esponenti delle Brigate Rosse nonché dell’Anonima Sequestri e nel 1992, con l’introduzione del 41 bis, venne riaperto come carcere di massima sicurezza, per i crimini di mafia .
Ma vi erano anche le diramazioni di Santa Maria dove veniva praticata dai detenuti l’agricoltura e l’allevamento, quella di Tumbarino: situata nelle vicinanze di cala di Sant’ Andrea, al centro dell’isola, aveva pochi detenuti, per lo più rei di crimini carnali, con il compito di allestire riserve di legna.
Questa parte dell’ isola negli ultimi anni è stata riqualificata e si sta tentando di fare un’ azione di Ribonifica de Territorio attraverso il rimboschimento di pini, anche di questo ne parleremo dopo..

Era presente anche la diramazione di Stretti e di Campu Perdu.
Qui vennero edificate delle moderne stalle che tutt’oggi vengono utilizzate infine vi è la diramazione di Trabuccato dove dei detenuti venivano impiegati per la coltivazione di una vigna dalla modesta estensione e infine Cala d’Oliva.
Scusi ma il Parrucchiere?

Grazie alle guide, davvero molto preparate e gentili abbiamo scoperto aneddoti e storie della realtà dell’ Asinara che nei libri forse ancora non si leggono.
Una delle cose più simpatiche che abbiamo sentito e che nell’ isola oltre a esserci il barbiere,
c’ era anche il parrucchiere.. per donne!
Un carcerato infatti era diventato il coiffeur per le mogli delle guardie isolane, segno che prima del carcere duro l’Asinara era una realtà dove i carcerati e le guardie riuscivano a convivere nel miglior modo possibile.
Ma ritorniamo a noi… appena il carcerato finì di scontare la propria pena tutte le mogli delle guardie non volevano che se ne andasse dall’isola .
Alla scoperta del mare

Che dirvi? Un mare che ti riempie di positività, noi abbiamo avuto la possibilità di percorrere una parte dell’ Isola in macchina, in gommone e addirittura nuotando facendo snorkeling.
Tutte esperienze uniche, una più bella dell’ altra! Poter vedere la grotta di Barbarossa, vedere le torri spagnoli da un’ altra prospettiva ci ha fatto davvero innamorare di quest’ isola, poterla amminare in ogni suo aspetto ci ha fatto comprendere quanto bisogna rispettare la natura in ogni sua forma.
Poter nuotare in quelle acque è davvero un’ emozione unica, guardare le anfore incastonate nella sabbia, poter vedere ancora le nacchere, vedere tanti pesciolini che ti nuotano vicino, vedere le stelle marine dal vivo e non solo in foto, sono esperienze difficili da poter spiegare attraverso le parole…
Nuotando siamo arrivati a una caletta bellissima dove abbiamo trovato dei turisti che prendevano il sole, a ottobre!!!
Erano stupiti da noi e noi da loro!
L’ ultima tappa: l’ escursione in Fuoristrada
Come ultima tappa del nostro viaggio abbiamo percorso una parte dell’ Asinara che normalmente non può essere visitata :quella adibita al rimboschimento di pini.
Infatti la guida ci ha spiegato che inizialmente nell’isola c’erano molti alberi ma nel corso del tempo sono stati attuati molti fuochi controllati per poter avere una visuale più grande e un controllo più forte dei carcerati.
Durante il percorso abbiamo visitato l’ Ex Carcere 41 bis.

E abbiamo visto alcune case dei pastori, infatti prima del carcere duro i denenuti che avevano come compiti quello di controllare gli animali potevano rimanere fuori dal carcere per diversi giorni e potevano vivere in queste case.
Il viaggio di ritorno
il nostro viaggio di ritorno è stato pieno di nuove idee e nuove amicizie! Ringraziamo dal profondo del cuore @sardiniamood per aver percorso con noi tutti questi chilometri, sperando di poter fare tanti viaggio assieme!
-SosBattorMoros-